martedì 21 ottobre 2008
X e delizia
Dice Karl Kraus:
Ci sono spiriti altamente dotati che sono sempre sterili solo perchè essi, per una debolezza di temperamento, sono troppo impazienti per attendere la fine della loro gravidanza.

Conosco uno, non famoso ma nemmeno ignoto. In macchina, in treno, in ufficio, pontificava. Non essendo ancora riuscito a convincere se stesso, aveva ogni giorno bisogno di fare teorie. Di tutti gli aforismi, devo dire, non ho cercato di mantenere memoria: in auto, annuivo; in viaggio, leggevo; al computer, navigavo. Una cosa, tuttavia, nel torpore che la sua compagnia mi procurava, mi è rimasta impressa. Diceva, questo pesante uomo accanto, che l'intelligenza è il limite e la virtù di chi la possiede. Risorsa e ostacolo. Pregio e difetto. Croce e delizia.

Ora, io conosco anche un'altra persona. E penso che, in effetti, se questa non riesce a scrivere. Se questa sta ferma ogni volta che pensa qualcosa. Se questa si avvicina alla pagina e scappa come qualcosa mordesse. Se questa prima di concedere diritto a un'idea ci pensa un mese. Se questa alla fine neppure ci riesce.

Allora, quell'altro aveva ragione.

 
posted by Sara at 14:39 | Permalink | 0 comments
sabato 18 ottobre 2008
Approssimiamoci.


Questo è un blog di cui nessuno, a parte me, sentiva la mancanza. Da anni, ormai, quattordicenni, politici, scrittori e seduttori, accomunati da un unico disagio, editano se stessi. Io arrivo, neanche a dirlo, in coda. Piovo sul bagnato. Scopro l'acqua calda quando gli altri ci hanno già calato gli spaghetti e stanno pure mangiando. Mi riferisco, sia chiaro, a tutti i "giovani scrittori" che hanno confezionato romanzi coi loro post notturni e che, come si dice, hanno approfittato delle potenzialità di internet per farsi notare. Personalmente, dato che le occasioni non le so cogliere e che di notte dormo, solo oggi, 18 ottobre 2008, con pure 6 giorni di ritardo su quella descoverta de le Americhe che mi avrebbe consentito di azzardare nel discorso qualche metafora da "nuovo mondo", mi decido ad aprire un blog.

Si chiama "Il frammentatoio" perchè, se penso di fare una cosa coerente, mi viene da ridere.

Come altri luoghi in grado di farvi rima ("frantoio" e "vomitatoio", per esempio) rappresenta uno spazio di decomposizione, rielaborazione e restituzione. Metto al bando, per igiene, termini inerenti la "liberazione" e lo "sfogo": credo che per spurgare ci siano migliori spazi privati e che, in fondo, per trovare sollievo sia più utile assentarsi cinque minuti piuttosto che appensantire internet della proprie scorie. Quindi, serenità: non intendo farvi partecipi del mio immenso dolore, della mia fatica di vivere e dei miei amorucci. Racconterò e, se saprò farlo bene, sarà già abbastanza.

La scelta della veste grafica mi ha impegnata per alcuni giorni e mi auguro che la soluzione per ora adottata, grazie alle risorse condivise da una creatrice di mio gusto, citata come si deve in fondo alla pagina, non vi deluda. Ho dovuto scartare, per pudore, tutti i templates rosso vermiglio con rose, calici tentatori e labbra schiuse. Lo stesso, in un guizzo di maturità, ho cercato di fare con gli sfondi acquerellati adolescenziali tipo "From my moon" o "In my world" e con quelli neri tetri, altrettanto adatti alle nuove generazioni, che si scattano le foto dall'alto con la webcam e fanno intravedere le calze a rete strappate.

E, a proposito, parliamo della forma. Qui i puntini di sospensione, se mai saranno usati, saranno tre. Gli esclamativi viaggeranno da soli e non in triplette o in code da esodo estivo. I soggetti staranno coi loro verbi e, se in un momento di debolezza, beh, mi capitassero interiezioni e onomatopee, farò in modo che siano corrette.

La frequenza con cui racconterò sarà, inutile dirlo, adatta al titolo del blog. Mi sento piena di buone intenzioni, ma per stare dalla parte della ragione, non voglio illudermi. Non ho mai avuto un diario e, tutte le volte che mi sono comprata quaderni, notes e agende, ho finito per riempirli di appunti, come fossero post - it. Non saprete ogni giorno quello che avrò mangiato per cena e neppure se tra qui e dieci anni sarò ammogliata o disoccupata, ma credo che ne potrete fare a meno. Sono solo dettagli.

E poi, tra noi: non è che sia tutto vero.

 
posted by Sara at 18:50 | Permalink | 0 comments